Accompagnato da alcuni agenti che dovevano aiutarlo a catturare i cristiani e a trascinarli a Gerusalemme, Saulo arrivava al termine del suo viaggio. Quando era ormai vicino a Damasco, vide all’improvviso, verso mezzogiorno, dal Cielo una grande luce più splendente del Sole, che lo avvolse insieme ai suoi accompagnatori. Vedendola, caddero tutti a terra, spaventati. Dio volle cominciare con l’abbattere l’orgoglio e l’arrogante ostinazione di Saulo, affinché lui ricevesse con umile sottomissione gli ordini che Egli desiderava impartirgli.
Secondo San Giovanni Crisostomo, Dio fece precedere alla voce la luce, affinché Saulo, divinamente colpito da una luce così folgorante, calmasse un po’ il suo furore e fosse in condizione di ascoltare con maggiore docilità la voce. […] – Chi sei Tu, Signore? Lui gli rispose: – Io sono Gesù, che tu perseguiti. Ti è duro recalcitrare contro il pungolo. Saulo allora, tremante e attonito, chiese: – Signore, cosa vuoi che io faccia?
Ecco il lupo rapace improvvisamente trasformato in pecora. Non sapendo ancora chi gli parlava, ma sentendosi soggiogato dal potere di Dio, egli Lo chiama “Signore” e Gli chiede chi è. Si sottomise infine alla grazia e alla volontà di Dio, poiché questa semplice frase: “cosa vuoi che io faccia?” contiene come una divina semente tutte le conseguenze così mirabili della conversione di Saulo in Paolo.
Stéphane Maistre. Saint Paul, Docteur et Apôtre des Nations.
Rivista Araldi del Vangelo – Gennaio 2016
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