Chi potrà descrivere questo augusto momento, forse il più sublime dopo i misteri della Passione e della Risurrezione di Nostro Signore? Maria è assunta in Cielo e la sua glorificazione è la nostra vittoria!
Una lettura pia e attenta degli Atti degli Apostoli ci fa assaporare e allo stesso tempo rivivere l’atmosfera di grazie primaverili che avvolse, come un mantello protettivo, la Chiesa che stava nascendo, fragile come un tenero bambino, in tutto contingente e timorosa, ma portatrice di una promessa: «Avrete forza dallo Spirito Santo che scenderà su di voi e mi sarete testimoni a Gerusalemme, in tutta la Giudea e la Samaria e fino agli estremi confini della terra» (At 1, 8).
Prima ancora di inviare lo Spirito Consolatore ai discepoli impauriti, Cristo nostro Signore – considerando certamente l’indicibile affetto materno che Lo aveva ricoperto, nutrito e circondato di cure quando si era fatto carne ed era venuto ad abitare in mezzo a noi – affidò la Chiesa alla protezione e agli insegnamenti di Maria, sua Madre. Così come Ella aveva saputo sostenere in modo tanto eccellente la fragile natura del suo Figlioletto appena nato, così avrebbe sostenuto il suo Corpo, che è la Chiesa (cfr. Col 1, 24), allora debole e indifesa come il Dio Bambino nella Grotta di Betlemme.
Madre e Maestra
Lo Spirito Santo fu molto preciso nel registrare, attraverso la penna degli Evangelisti, la missione cruciale della Santissima Vergine nella Chiesa nascente. Sappiamo solo che, dopo l’Ascensione di Nostro Signore, Ella rimase in preghiera insieme agli Apostoli e ai discepoli (cfr. At 1, 14), probabilmente guidandoli e preparandoli al giorno in cui Gesù avrebbe inviato lo Spirito promesso e avrebbe colmato la sua Sposa Mistica di nuovo vigore. «Già prima della Pentecoste, quegli uomini e quelle donne tanto deboli cominciavano a sentirsi trasformati dall’azione della grazia e quasi travolti dall’amore di Maria» 1.
Sebbene le azioni della Madonna tra i discepoli dopo questi eventi non siano state registrate, siamo portati a credere che Ella abbia continuato a custodire nel suo Cuore tutti i fatti che accadevano al Corpo Mistico di Cristo (cfr. Lc 2, 19) e che certamente ne abbia accompagnato la crescita, forse ritirata a Gerusalemme o a Efeso, immersa nella contemplazione dei misteri che riguardavano la vita di Gesù e di quanti sarebbero stati coinvolti nel futuro della sua Chiesa.
In questa atmosfera sublime, Maria consumò il corso della sua peregrinazione terrena, in un’incessante elevazione della carità, inondata dall’azione imperscrutabile del suo Divin Sposo.
Morte soave come il sonno
La Chiesa non ha osato pronunciarsi in maniera definitiva sull’evento che ha preceduto l’Assunzione di Maria al Cielo. Che sia passata davvero attraverso la morte o che sia stata immediatamente elevata alla gloria in corpo e anima? L’opinione comune dei fedeli, secondo Pio XII, non trovò «difficoltà nell’ammettere che Maria sia morta, come già il suo Unigenito. Ma ciò non impedì loro di credere e professare apertamente che non fu soggetto alla corruzione del sepolcro il suo sacro corpo e che non fu ridotto in putredine e in cenere l’augusto tabernacolo del Verbo Divino» 2.
«La carità non avrà mai fine» (1 Cor 13, 8), afferma San Paolo, e con quanta ragione questa verità spiega, secondo i teologi, il motivo del beatissimo transito di Maria, in cui l’amore è stato esclusivamente la causa della sua dipartita da questo mondo. Maria consegnò la sua anima a Dio in un modo così sereno che per designarlo restò consacrata nella devozione popolare l’espressione “dormizione”.
«La morte di Maria fu simile a quella di Cristo, non solamente perché la accettò con umile e amorosa obbedienza, ma anche perché fu una morte d’amore, sia perché il desiderio amoroso consumò le sue forze naturali, sia perché la violenza di un’estasi d’amore separò la sua anima dal corpo, sia perché Maria commosse Dio con il suo amore affinché non La trattenesse per altro tempo nella sua vita terrena. In questo modo, la morte di Maria divenne una sorta di olocausto d’amore, con cui il sacrificio, offerto presso la Croce tra estreme torture, si compì esteriormente sotto la forma dolce e amabile di un sonno d’amore».3
Chi potrà descrivere questo augusto momento, forse il più sublime dopo i misteri della Passione e Risurrezione di Nostro Signore? Quali aneliti di unione definitiva con la Santissima Trinità avranno riempito l’anima santissima di Nostra Signora e conquistato da Dio il suo passaggio dal tempo all’eternità? Quali legioni di Angeli e di beati si inginocchiarono al suo capezzale per contemplare quella consumazione d’amore?
San Giovanni Damasceno, in uno slancio di devozione, collocò sulle labbra dei nostri primi padri queste parole di gratitudine dinanzi all’ultimo sonno di Maria:
«Benedetta sei Tu, o figlia, che ci hai liberato dal castigo della nostra trasgressione. Tu, che hai ricevuto da noi un corpo mortale, ci hai offerto una veste di immortalità. […] Noi avevamo chiuso il Paradiso, Tu hai aperto il cammino verso l’albero della vita. Il nostro operato aveva provocato il passaggio dalla felicità alla sventura; attraverso di Te, invece, siamo passati dalla sventura alla gioia. Come potresti sperimentare la morte, Tu che sei Immacolata? Per Te, che sei la via per la vita e la scala del Cielo, la morte sarà come una nave che Ti condurrà all’immortalità. In verità, sei beata e sarai proclamata felicissima».4
Vincitrice, con Cristo, sulla morte e sull’inferno
Nessuna forma d’immaginazione su questa terra sarà capace di descrivere l’incontro tra l’anima santissima di Maria e il suo Divin Figlio. Non ci resta che meditare, contemplare e rivivere, insieme ai testimoni, ciò che accadde dopo il dolce transito di Maria. Una gloria ancora più grande Le era riservata dalla Trinità Beatissima: la resurrezione anticipata e la sua Assunzione in anima e corpo in Cielo.
Don Scheeben molto opportunamente commenta: «La risurrezione di Cristo, segno della sua vittoria sulla morte, è considerata come l’apoteosi del suo trionfo sull’inferno. Applicando questo pensiero a Maria, diventa chiaro che, avendo vinto totalmente il peccato con la sua immunità da ogni concupiscenza e con la sua concezione verginale, Ella deve vincere nel suo corpo, come Cristo, anche il regno della morte e dell’inferno, con la sua resurrezione anticipata».5
Pensiamo a due eccellenti pittori, cultori di paesaggi, che si cimentano a immortalare sulle loro tele il percorso del sole. Uno di loro, avendo scelto un piacevole pomeriggio autunnale, registra un insolito crepuscolo che non si ripeterà mai più nell’infinito caleidoscopio dei tramonti. L’altro – simultaneamente, ma messosi in una posizione geografica completamente diversa – contempla il sole nascente e, ispirato dal magnifico seguito di raggi e luminosità che precedono l’astro re, compone una scena ancora più bella.
Se al primo quadro dessimo il titolo di Dormizione, il secondo avrebbe senza dubbio l’epiteto di Assunzione, perché essi simboleggiano bene la morte, resurrezione e ascesa al Cielo della Madonna. Mentre questo sole chiamato Maria si ritirava dalla terra, contemporaneamente rinasceva nella gloria avvolto da una luminosità incomparabile. È a ragione che «anche i dottori scolastici intravedono l’Assunzione della Madre di Dio non solo in varie figure dell’Antico Testamento, ma anche in quella Donna vestita di sole che l’Apostolo Giovanni contemplò nell’Isola di Patmos».6
Una pietà millenaria
La fede nell’Assunzione di Maria risale ai primi secoli. Sebbene nei documenti primitivi della Tradizione non si faccia alcuna menzione di questo privilegio mariano, già negli ultimi decenni del V secolo si celebrava a Gerusalemme, il 15 agosto, la festa del Katisma – o Riposo della Vergine. Questo fatto, così come la diffusione della letteratura cristiana sull’Assunzione di Maria, è segno che questa verità risale sicuramente all’insegnamento degli Apostoli e che ha trovato rifugio nella credenza popolare mentre le energie dei pastori della Chiesa nascente erano più concentrate sulla lotta alle eresie cristologiche.
A poco a poco l’Assunzione, denominata al tempo di Papa Sergio I anche Festa della Dormizione, passò ad essere celebrata in quasi tutta la Chiesa, con crescente splendore liturgico, arrivando ad essere considerata la principale commemorazione in onore della Vergine Maria.7 E affinché si rivestisse di maggior solennità ancora, Papa San Leone IV dotò la festa di una vigilia e di un’ottava.8
Da quel momento in poi, il vigore delle festività che iniziarono ad adornare la celebrazione dell’Assunzione colmò la lacuna storica lasciata dall’assenza di documenti che registrassero il fatto. Con la moltiplicazione del formulario della Messa propria, la legge della preghiera stabilì la norma della fede e nessuno osava mettere in dubbio la verità che si celebrava, poiché «nell’approvazione ufficiale dei libri liturgici è impegnata l’autorità della Chiesa che, retta e governata dallo Spirito Santo, non può proporre alla preghiera dei fedeli formule false o erronee».9
Edificando sulla roccia
Con il passare dei secoli, rimase perenne la fede nell’Assunzione di Maria, e a poco a poco gli appelli della pietà cristiana giunsero alla Sede Apostolica sotto forma di suppliche e voti affinché questa millenaria festività della Madre di Dio fosse inclusa nel numero delle verità rivelate, per mezzo di una definizione dogmatica. Inoltre, non pochi Padri del Concilio Vaticano I, così come rappresentanti di nazioni o province ecclesiastiche, Cardinali del Sacro Collegio, innumerevoli Vescovi e incalcolabili parroci presentarono le loro petizioni allo stesso scopo.
Con l’aumento delle richieste, aumentarono anche gli approfondimenti teologici sull’argomento, sia in ambito privato che nelle università ecclesiastiche. «Tutti questi studi e ricerche posero in maggior luce che nel deposito della Fede affidato alla Chiesa era contenuto anche il dogma dell’Assunzione di Maria Vergine al Cielo».10
Già nell’Antico Testamento, la profezia contenuta nel Protovangelo fa riferimento alla perfetta comunione tra la Madonna e il suo Divin Figlio nella sua lotta vittoriosa contro l’inferno (cfr. Gn 3, 15). Questa inimicizia esige, in Maria, il pieno superamento e l’esclusione di tutti i mali che si sono abbattuti sull’umanità a causa della prima colpa, poiché la continuazione di queste disgrazie manifesterebbe il dominio del peccato su di Lei.
«Tra i detti del Nuovo Testamento, [i teologi] considerarono con particolare interesse le parole: ‘Ave, o piena di grazia, il Signore è con te, benedetta tu fra le donne’ (Lc 1, 28), poiché vedevano nel mistero dell’Assunzione un complemento della pienezza di grazia elargita alla Beatissima Vergine, e una benedizione singolare in opposizione alla maledizione di Eva».11
Infine, attraverso la sua Enciclica Munificentissimus Deus, Sua Santità Pio XII rispose solennemente nel 1950 alle suppliche del popolo cristiano. Così si legge: «Pertanto, dopo avere innalzato ancora a Dio supplici istanze, e avere invocato la luce dello Spirito di Verità, a gloria di Dio onnipotente, che ha riversato in Maria Vergine la sua speciale benevolenza a onore del suo Figlio, Re immortale dei secoli e vincitore del peccato e della morte, a maggior gloria della sua augusta Madre e a gioia ed esultanza di tutta la Chiesa, per l’autorità di nostro Signore Gesù Cristo, dei santi apostoli Pietro e Paolo e Nostra, pronunziamo, dichiariamo e definiamo essere dogma da Dio rivelato che: l’Immacolata Madre di Dio sempre vergine Maria, terminato il corso della vita terrena, fu assunta alla gloria celeste in anima e corpo».12
Una vittoria irrevocabile!
Con questa solenne definizione, è stato sancito nel deposito della nostra Fede il segno del trionfo di Maria, con Cristo, sul peccato e sulla morte.
Ancora una volta, l’immagine della Donna vestita di sole, citata nel Libro dell’Apocalisse, si staglia come simbolo della Madre di Dio ora glorificata, in anima e corpo, immune dalle insidie del grande Drago che, schiacciato e umiliato, «si infuriò contro la donna e se ne andò a far guerra contro il resto della sua discendenza, contro quelli che osservano i comandamenti di Dio e sono in possesso della testimonianza di Gesù» (Ap 12, 17).
Tuttavia, questo resto della sua discendenza non deve temere gli assalti del nemico, purché tenga gli occhi fissi su Maria, la cui Assunzione al Cielo è già la sua e la nostra vittoria.
Note
1 CLÁ DIAS, EP, João Scognamiglio. Maria Santíssima! O Paraíso de Deus revelado aos homens. São Paulo: Arautos do Evangelho, 2020, vol.II, p.521.
2 PIO XII. Munificentissimus Deus, n.14.
3 SCHEEBEN, Matias Jose; FECKES, Carlos. Madre y Esposa del Verbo. Bilbao: Desclée de Brouwer, 1955, p.191.
4 SAN GIOVANNI DAMASCENO. Homilías cristológicas y marianas. Madrid: Ciudad Nueva, 1996, p.181.
5 SCHEEBEN; FECKES, op. cit., p.195.
6 PIO XII, op. cit., n.27.
7 Cfr. FERNÁNDEZ, Aurelio. Teología Dogmática. Curso fundamental de la Fe Católica. Madrid: BAC, 2009, p.439.
8 Cfr. PIO XII, op. cit., n.19.
9 ROYO MARÍN, OP, Antonio. La Virgen María. Teología y espiritualidad marianas. 2.ed. Madrid: BAC, 1997, p.206.
10 PIO XII, op. cit., n.8.
11 Idem, n.27.
12 Idem, n.44.
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