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Che le campane delle chiese sono benedette?

Immagine del redattore: Araldi del VangeloAraldi del Vangelo

Basilica di Nostra Signora del Rosario, Caieiras (Brasile)
Basilica di Nostra Signora del Rosario, Caieiras (Brasile)

Quante volte siamo entrati in una chiesa, in una cappella o in un oratorio al suono grave e profondo di una campana che indica l’inizio della Santa Messa o di un’altra cerimonia religiosa. Ma sapeva che le campane vengono benedette e alcune hanno anche un nome?


Quante volte siamo entrati in una chiesa, in una cappella o in un oratorio al suono grave e profondo di una campana che indica l’inizio della Santa Messa o di un’altra cerimonia religiosa. Ma sapeva che le campane vengono benedette e alcune hanno anche un nome?   La Giralda – Cattedrale di Siviglia (Spagna) I primi riti di benedizione delle campane destinate al culto risalgono al VII secolo, quando ogni diocesi aveva un proprio cerimoniale. Nel Pontificale Romano questo rito, riservato ai Vescovi, assumeva una grande solennità. La recita di sette Salmi precedeva la benedizione dell’acqua, con la quale la campana veniva lavata dentro e fuori – da qui l’usanza di chiamare “battesimo” la benedizione delle campane – e poi unta con olio santo e incensata. Il rito, intervallato da lunghe preghiere, si concludeva con la lettura del Vangelo che narra della visita di Gesù alla casa di Marta e Maria, per sottolineare che lo scopo delle campane è quello di ricordare ai fedeli di cercare l’unica cosa necessaria (cfr. Lc 10, 38-42).  A Parigi, questa benedizione presentava aspetti diversi, tra cui il fatto che la campana avesse un “padrino” e una “madrina”, che le davano un nome, di solito un’invocazione della Santissima Vergine o dei Santi.  La benedizione delle campane utilizzate nel servizio divino era obbligatoria e doveva avvenire prima che venissero innalzate sul campanile. Da quel momento in poi era proibito usarle per scopi profani, tranne che in caso di calamità pubbliche.  Il rito attuale della benedizione della campana è più semplice e può essere presieduto da un sacerdote.
La Giralda – Cattedrale di Siviglia (Spagna)

I primi riti di benedizione delle campane destinate al culto risalgono al VII secolo, quando ogni diocesi aveva un proprio cerimoniale. Nel Pontificale Romano questo rito, riservato ai Vescovi, assumeva una grande solennità. La recita di sette Salmi precedeva la benedizione dell’acqua, con la quale la campana veniva lavata dentro e fuori – da qui l’usanza di chiamare “battesimo” la benedizione delle campane – e poi unta con olio santo e incensata. Il rito, intervallato da lunghe preghiere, si concludeva con la lettura del Vangelo che narra della visita di Gesù alla casa di Marta e Maria, per sottolineare che lo scopo delle campane è quello di ricordare ai fedeli di cercare l’unica cosa necessaria (cfr. Lc 10, 38-42).


A Parigi, questa benedizione presentava aspetti diversi, tra cui il fatto che la campana avesse un “padrino” e una “madrina”, che le davano un nome, di solito un’invocazione della Santissima Vergine o dei Santi.


La benedizione delle campane utilizzate nel servizio divino era obbligatoria e doveva avvenire prima che venissero innalzate sul campanile. Da quel momento in poi era proibito usarle per scopi profani, tranne che in caso di calamità pubbliche.


Il rito attuale della benedizione della campana è più semplice e può essere presieduto da un sacerdote.

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